Mi perdonerà Massimo Gramellini, ma certi interventi meritano la diffusione.
Cuori allo specchio, 14 febbraio.
Al cuor non si comanda, il cuore lo si sa - può soffrire per amore, molto, e in ogni età.
Caro S. Valentino, cara festa del cuore - ti scrivo oggi tremante e piena di dolore.
Nella festa più grande per chi è innamorato - io mi ritrovo sola, senza più fidanzato.
Io lo credevo onesto, ma onesto lui non era - mi raccontava frottole dalla mattina a sera.
Quando poi lo scoprii, era un po’ tardi ormai - lui m’aveva già messo in un mare di guai.
Disgustata ho scoperto che lusingava tutte - vedove, maritate, magre, grasse o brutte.
A tutte prometteva, come fa un furbo amante - con un modo accorato, vorrei dire toccante.
Frasi memorizzate, come le poesie - così da non confondersi, tra le mille bugie.
Era allegro ciarliero, un vero buontempone - sapeva districarsi in ogni situazione.
Sempre aveva una scusa, sempre aveva un pretesto - e per giustificarsi, tra i tanti era il più lesto.
A tutte ripeteva lo stesso ritornello - e anch’io, come le altre, caddi nel suo tranello.
«Io vi proteggerò». Ci dichiarava spesso - «Gli altri son farabutti! Tutti, meno me stesso».
Ben sapeva celare quel sentore di vecchio - con un grande sorriso che giungeva all’orecchio.
Scarso un po’ di capelli, e anche un po’ «bassotto» - ma usava bene il tacco e si alzava... da sotto.
Lo abbiam trovato in tante un tipo affascinante - e a lui presto cedemmo, pian piano, tutte quante.
E poi aveva soldi, euroni in quantità - e forse anche dobloni nascosti un po’ qua e là.
Un uomo molto ricco, si sa non guasta mai - i soldi lo sappiamo, tengon lontano i guai.
Poteva comprar tutto, case, gioielli e affini - poteva pur comprarsi, dromedari e beduini.
Così anch’io cedetti... Speravo nei confetti - invece mi mentì, in men che te l’aspetti.
Ma nonostante questo, caro S. Valentino - vorrei che lui avesse, oggi, il mio regalino.
Perché, come il mio lui, non ce n’è altro uguale - forse sbaglio, lo so, ma son sentimentale!
Caro S. Valentino, non ritenermi sciocca - ma oggi vorrei dargli un bacio sulla bocca.
Un bacio irripetibile, un bacio passionale - forte lì, sulla bocca, quasi da fargli male.
In modo che restasse, a lui sempre incollata - la mia protesi rotta, e ancor non riparata.
Purtroppo non ho i soldi per andar dal dentista - neppure per gli occhiali pur se corta di vista...
Vorrei che quella bocca davvero molto astuta - che ospita una lingua audace e biforcuta.
Con questo mio regalo, smettesse d’imbrogliare - costretto dal mio dono soltanto a farfugliare.
Un dono da noi tutte, beffate dagli inganni - da un gran filibustiere che ci mentì per anni.
Un dono dalle donne, ingenue come me - che scambiano i giullari per principi o per re.
Per me e per quelle altre, sedotte e abbandonate - povere e senza un soldo: noi, vecchie pensionate.
Risposta
Mai questa rubrica, in undici stagioni - osò mettere in rima gli umani stranguglioni.
Zorrina ci è riuscita, in modo assai carino - nei giorni consacrati al santo Valentino.
Non voglio aggiunger sale al grande tuo dolore - ma è indubbio che inciampasti in un serial killer del cuore.
Bugiardo impenitente, grande ipnotizzatore - chissà se di partiti è mai stato fondatore.
Le scarpe rialzate, i soldi e i sorrisoni - non ne conosco molti in queste condizioni.
Forse uno sol possiede tutti quegli orpelli - ma in testa ora ha un cespuglio, non è scarso di capelli.
Atroce è la vendetta che il cuore ti ha insufflato - ma devo riconoscerlo, il castigo è meritato.
Ostruirgli la bocca con la protesi incollata - nemmeno una vampira l’avrebbe architettata.
Prima però di urla dovrai farne parecchie - per strappare il cerone che ottura le tue orecchie.
Non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire - sapevi che lui era falso ma non te lo volevi dire.
Come hai potuto credere alle sue invenzioni - a chiacchiere che mai portavano a coerenti azioni?
Se esiste un truffatore, esiste anche un truffato - che assai contribuisce all’altrui peccato.
E allora non spostare tutto sul mascalzone - il peso del tuo grave errore di valutazione.
Insomma, gli hai creduto, eri obnubilata - da tutta quella ricchezza, forse millantata.
Oppure, almeno penso, ti sentivi così sola - che desideravi bere ogni sua parola.
Ora non compiangerti, non darti della vecchia - sei una donna splendida, non una catapecchia.
Se vuoi trovare un uomo che non ti faccia fessa - vai prima allo specchio e sorridi un po’ a te stessa.
La festa del cuor è per tutti, ma ancor di più per te - che resti una regina anche senza re.
MASSIMO GRAMELLINI