mercoledì, gennaio 13, 2010

Love will tear us apart



Quindi anni dopo, per una dimostrazione d'amore, Iain Bruton mi regalò il suo disco preferito: Love will tear us apart, dei joy Division, in versione maxisingle. Un gioiello da collezionista. Sapevo benissimo quanto gli fosse costato separarsene. E così trasformai il primo ascolto in una cerimonia religiosa. Spensi tutte le luci dell'appartamento e accesi un solo cero rosso che tinse le ombre di mistero. Misi su il disco. Ascoltai il suono stridente e ossessivo della puntina che comncia a grattare il vinile. Mi distesi sul letto e chiusi gli occhi.
Lì dentro, fumo e brandelli di nube rossa fluttuavano contro un orizzonte nero. La voce di Ian Curtis invase all'improvviso quel territorio bicolore e se ne impossessò. "When routine bites hard, and ambitions are low, and resentment rides high, but emotions won't grow...do you cry in your sleep all your failing expose?" Era la voce di un morto. Amai la sua solitudine e amai il suo orgoglio. "Gets a taste in my mouth as desperation takes hold. Why is it something so good just can't function no more?".
L'amore ci separerà. Ma io non avevo bisogno di sentire quella canzone dura e desolata, troppo bella e troppo reale, quella categorica negazione della speranza, quel ritratto in bianco e nero del piacere e del tormento, quell'affermazione di impotenza davanti a un mondo senza risposte che penetrava la mia carne con la stessa asettica sicurezza dle bisturi di un chirurgo, per sapere quello che avevo saputo fin da piccola, da sempre: che l'amore distrugge. Ferisce profondamente, dolorosamente.

mercoledì, gennaio 06, 2010

Z di Zenit

Basandosi sul primo racconto della creazione dell'uomo che dice "maschio e femmina li creò", una tradizione rabbinica vuole che la prima donna sia stata Lilith, non Eva. In questo modo lei sarebbe uguale all'uomo, per essere uscita, come lui, dal fango della terra. La Cabala la fa litigare con Adamo e fuggire. Si sarebbe trasformata in un demonio, succube e istigatrice degli amori illegittimi.
Ma ai redattori della Bibbia non piacque il primo racconto della creazione dell'uomo. Per sottolineare la necessaria sottomissione della donna inventarono la figura di Eva, creata da una costola di Adamo e successivamente sedotta dal serpente e diventata quindi la responsabile di tutti i mali della sua stirpe. Questa seconda donna era nata dall'uomo e pertanto doveva dipendere da lui.
Oggigiorno quasi nessuno sa chi era Lilith, mentre tutti conoscono il mito di Eva. I redatori della Bibbia l'hanno spuntata.
Ciononostante e loro malgrado, alcune donne forti si sono intrufolate nelle pagine della Bibbia e hanno dimostrato di non essere le appendici di nessuno. Debora, giudice e profetessa che diresse la campagna contro Sisara appoggiata da Barak. Atalia, regina di Giudea, unica donna ad aver governato un regno ebraico, anche se per poterlo fare dovette uccidere uno a uno i suoi sei fratelli. Betsabea, la moglie preferita di David, sua consigliera e appoggio. Ester, la moglie ebrea del re persiano Assuero, che mise a repentaglio vita e prestigio personale per impedire lo sterminio programmato del suo popolo. Giuditta, l'assassina di Oloferne, il generale assiro che grazie alla sua astuzia e intelligenza, riuscì a metter fine all'assedio della città ebraica.
Ciò dimostra, immagino, che nonostante i tanti impedimenti che le si mettono davanti, per quanto si cerchi strenuamente di coprirne l'esistenza, una donna forte può sempre ottenere quanto si propone. Ed è paradossale che io abbia imparato questa lezione proprio in una scuola di suore , un collegio in cui mi incoraggiavano a fare i compiti perchè "un giorno avrei dovuto aiutare i miei figli a farli a loro volta".
La forza non è quello che pensate. La forza non si misura secondo lo spessore dei muscoli o in base ai chili che una persona riesce a sollevare. La forza è, soprattutto, resistere, non spezzarsi. Ed è una qualità femminile.

L.Extebarria "Amore, prozac, e altre curiosità"